Chi siamo

Da oltre 40 anni a favore dei più bisognosi

HEWO Modena OdV è un’Associazione di volontariato che opera in Etiopia dal 1985 a favore degli ammalati di lebbra, tubercolosi (TBC) e HIV-AIDS, sostenendo una comunità di ex ammalati che gestiscono servizi sanitari e socio-educativi rivolti alle fasce più povere della popolazione.

L’associazione ha sede a Maranello, dove risiedono molti dei volontari, ma può contare su soci e sostenitori in gran parte della provincia di Modena e in altre regioni italiane.

Questa importante realtà di volontariato, divenuta negli anni un’esperienza di fraternità con i poveri e gli ammalati è nata da un gruppo di amici che a Barigazzo nell’estate del 1985 ha dato vita alla prima “Festa dei Lamponi”.

Da allora la festa si svolge ogni anno nel mese di agosto e il ricavato viene utilizzato interamente per finanziare i progetti di solidarietà nel paese del Corno d’Africa.

La nostra visione

Gli interventi in favore degli ammalati e delle loro famiglie si sviluppano attraverso le Comunità H.E.W.O. locali formate, fra l’altro, da ex ammalati che hanno promosso e gestiscono ambulatori, ospedali, scuole, laboratori e coltivazioni agricole.

La nostra missione

Le stesse persone che in passato hanno goduto degli interventi socio-sanitari dell’H.E.W.O. oggi si assumono, in prima persona, la responsabilità di far proseguire quegli interventi per dare ad altri le stesse opportunità di cura e di sostegno che hanno ricevuto.

I nostri volontari

I volontari di H.E.W.O. Modena mantengono contatti stabili e frequenti con gli operatori H.E.W.O. del Corno d’Africa, così da avere sempre informazioni puntuali sullo stato di avanzamento dei progetti e sulle nuove attività.

Progetti

Volontari

Feste dei lamponi

Donazioni

La filosofia di fondo dell’Associazione è quella di rivolgere la propria attenzione e la propria azione di sostegno alla persona nella sua globalità.
Per questo, gli interventi a favore dei dimenticati dell’Etiopia e dell’Eritrea, sono orientati a sviluppare parallelamente alle attività sanitarie ed educative anche piccole realtà produttive con il duplice obiettivo di fornire i mezzi per l’autosufficienza in modo da non perpetuare la dipendenza dagli aiuti esterni e, al contempo, creare microprogetti di sviluppo che promuovano la reintegrazione sociale degli ex ammalati e delle loro famiglie attraverso la scuola e la formazione professionale nei laboratori (falegnameria, ceramica, maglieria…). Questi microprogetti possono essere facilmente replicabili anche al di fuori della Comunità H.E.W.O. che li ha generati e potranno, dunque, rappresentare per queste persone un’autonoma opportunità di lavoro. I volontari di H.E.W.O. Modena sono impegnati in diverse attività di sensibilizzazione e promozione dell’associazione sul territorio finalizzate a far conoscere i progetti di solidarietà e alla raccolta dei fondi necessari per sostenerli. Tutti lavorano con le proprie mani e mettono a disposizione le proprie capacità con spirito di assoluto volontariato. Non ci sono spese di gestione dell’associazione né sono previsti rimborsi spese di nessun tipo.
Tutto ciò che viene raccolto nelle diverse iniziative o donato da amici e sostenitori, è interamente destinato alle Comunità nel Corno d’Africa.

Tutto iniziò con la decisione di Carlo e Franca di trasferirsi in mezzo ad un gruppo di 36 malati di lebbra, soprattutto ragazzi e giovani, rastrellati dalla polizia sulle rive del mare dove arrivavano per cercare un po’ sollievo dal dolore causato dalla malattia. Dopo la cattura, i malati venivano trasferiti in un luogo enfaticamente denominato “Ostello di Massaua”, in realtà un campo di concentramento delimitato da un muro e da filo spinato in una zona remota del deserto dancalo non lontana dalle sponde del Mar Rosso, nell’area amministrativa di Massaua allora cittadina etiopica.
Tutto in quel luogo, specialmente la dignità di uomo, era una parvenza e l’unica prospettiva di liberazione per i malati sembrava essere la morte. Proprio lì, quindi, urgeva richiamare alla speranza uomini sofferenti, resi inerti e privati di ogni speranza dall’abbandono, dal disprezzo e dall’indifferenza di altri uomini. Carlo e Franca decisero che questa scommessa valeva la loro vita. Il primo obiettivo era quello di restituire la dignità a chi ne era stato privato, perché povero o perché malato. Per questo Carlo e Franca si impegnarono a superare il mortificante metodo assistenziale e autoritario su cui si reggeva quella degradante struttura di ricovero per malati, sostituendolo con un metodo comunitario che responsabilizza nei doveri, genera parità di diritti, reciprocità nei rapporti e getta le basi per far fiorire la fratellanza. I risultati positivi di tale cambiamento di rotta non si fecero attendere e la comunità cresceva nella corresponsabilità e nella speranza. Nel 1974 questi servizi di fraternità ebbero il riconoscimento giuridico dalle autorità governative locali. Nasceva così l’H.E.W.O. ( Hansenians’ Ethiopian Welfare Organization ), una realtà giuridica che non ha termini di confronto, costituita da Comunità autogestite di persone semplici in difficoltà che lottano insieme per uscire dal disagio e dalla sofferenza.
Nell’H.E.W.O. i malati sono soggetti giuridici, protagonisti della loro liberazione e non oggetto di beneficenza o ignari destinatari di programmi assistenzialistici pianificati da altri per loro. E’ un’associazione organizzata in piccole comunità autogestite, che operano per il recupero ed il reinserimento sociale di ammalati ed emarginati, ispirate dal principio della fraternità.
Vengono offerti gratuitamente tramite operatori del luogo, servizi di cura, terapie sanitarie, assistenza sociale, alfabetizzazione e formazione professionale nel rispetto dei valori della cultura, della religione e delle tradizioni delle comunità locali.

Da più trent’anni il gruppo modenese, denominato H.E.W.O. Modena, condivide e sostiene l’esperienza di Franca e Carlo; si è costituito poi come Associazione di Volontariato O.N.L.U.S., passando nel 2021 ad OdV ed è regolarmente iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Regione Emilia Romagna – n°1015 – del 21.02.1996, con sede a Maranello (MO), via Dino Ferrari 45/1.
Le Comunità non godono di alcun finanziamento istituzionale. Sopravvivono solo con il proprio lavoro e grazie alla solidarietà dei sostenitori italiani.
H.E.W.O. Modena contribuisce alle spese di gestione dei progetti. Così le comunità esistenti ad Asmara , a Quihà e a Garbò sono sostenute nello sviluppo di coltivazioni agricole necessarie all’autosostentamento inviando attrezzature specifiche (motocoltivatori, trattori, pompe per i pozzi, … ). Si contribuisce costantemente alle spese di gestione delle scuole con mercatini, sottoscrizioni e anche attraverso una sorta di gemellaggio con alcune realtà scolastiche modenesi. Tecnici del nostro territorio, con loro viaggi e donazioni, hanno permesso di attivare laboratori per la formazione professionale. Le donazioni di ditte e fornitori ci hanno fra l’altro consentito di inviare ogni anno diversi container con attrezzature mediche, macchinari per produrre alimenti e generi di prima necessità difficilmente reperibili sul posto, ma indispensabili per il sostentamento delle comunità, degli ospedali e delle famiglie che vivono le più gravi situazioni di disagio.

I progetti H.E.W.O. Modena

L'ospedale di Quihà

A partire dal 2000, il gruppo dei volontari e dei sostenitori ha intrapreso una grande avventura: la costruzione del nuovo ospedale di Quihà, un grande ospedale, indispensabile perché unico nella provincia del Tigray, per la cura degli ammalati di TBC, Lebbra e AIDS. E sono bastati tre anni per portarlo a termine e metterlo in funzione, con le attività degli ambulatori e i primi ricoveri nel mese di aprile 2003. L’H.E.W.O. risponde alla richiesta fondamentale dei malati poveri di essere presi in cura e alla richiesta di giustizia di bambini in disagio con un ospedale specializzato nella cura di malati di lebbra, TBC, HIV-AIDS e di altre patologie infettive, con un reparto di pediatria, con un reparto di chirurgia e con un “Centro dei diritti”, istituito per far conoscere e difendere i diritti disconosciuti, violati o minacciati dei bambini in età prescolare, provenienti da famiglie economicamente e culturalmente povere. Completano questi servizi attività sociali lavorative per soddisfare i bisogni alimentari dei pazienti ricoverati e dei bambini che frequentano il Centro, quali un campo agricolo, un laboratorio per la conservazione della frutta e della verdura, una macchina per la produzione della pasta, un forno per la produzione del pane. È stato realizzato un laboratorio/scuola di maglieria per la formazione socio-professionale dei giovani e per la produzione di capi di abbigliamento, in cui ricavato è destinato al sostentamento della Comunità.

Laboratorio di maglieria di Quihà

Ultimamente è stato realizzato un laboratorio di maglieria per le ragazze del villaggio di Quihà che non hanno prospettive di lavoro e che spesso vengono sfruttate. Un artigiano di Maranello che si è recato in Etiopia nel dicembre 2006, ha organizzato il laboratorio e ha iniziato la formazione del personale, attualmente consistente in una trentina di donne.

Centro di riabilitazione psico-sociale

L’esperienza comunitaria di amore condiviso avviata a Massaua, pur tra le intricate e sofferte vicende storiche che hanno attraversato il Paese e coinvolto l’H.E.W.O., man mano si è allargata nello spazio con l’apertura di un Centro di riabilitazione psico-sociale nell’area di MAI HABAR, a circa 90 km. da Massaua e a 25 km. da Asmara, e si è estesa dai malati di lebbra e rispettivi familiari ai malati di TBC, HIV-AIDS; alle persone colpite da altre patologie infettive dermatologiche; a bambini di età prescolare e scolare, provenienti da situazioni di disagio; a ragazze non-vedenti povere; a chiunque sia nel bisogno e bussa alla porta dell’H.E.W.O. per essere aiutato a recuperare la propria dignità e a lottare contro tutto ciò che la minaccia.

Città di Asmara

In Eritrea, alla fine della lunga guerra di 30 anni, combattuta per ottenere l’indipendenza dall’Etiopia, a causa di eventi legati alla stessa guerra, i servizi dell’H.E.W.O. sono stati concentrati nella Città di Asmara.
Qui operavano un Centro di ricerca e di ricovero di emergenza per malati di lebbra, di TBC, di HIV-AIDS; una casa-accoglienza per giovani non-vedenti povere; un fiorente Centro di riabilitazione socio-educativo-lavorativo che comprende scuola di istruzione di base, dall’asilo fino alla scuola media; scuole di ceramica, di falegnameria, di taglio, cucito e ricamo; attività di agricoltura e di floricoltura.

H.e.w.o. su strada

Oggi l’H.E.W.O., comunità di poveri e di ammalati, è stata rapinata dal Regime Eritreo di tutti i servizi con arroganza e illegalità senza il benché minimo rispetto dei diritti umani e civili fondamentali. Non per questo l’H.E.W.O. ha rinunciato ad essere segno di speranza per molti e continua a sostenere i diseredati con il progetto “HEWO SU STRADA”.

Centro sanitario-socio-educativo

A Garbò, un’area remota dello Stato Nazionale dell’Oromia, sempre nella Repubblica Federale di Etiopia, a circa 130 Km a sud di Addis Abeba, è operante un “Centro sanitario-socio-educativo”. Qui i programmi sanitari di “medicina di base” coprono una popolazione numerosa, povera e tagliata fuori da ogni altro presidio sanitario. Per i bambini in età prescolare è attivo un progetto di difesa dei diritti fondamentali dell’infanzia: diritto alla salute, ad una sana ed equilibrata alimentazione, all’educazione, al rispetto, al gioco. Momento importante della presenza dell’H.E.W.O., in questa zona è l’impegno alla emancipazione delle donne, alla valorizzazione delle loro potenzialità umane come risorsa fondamentale per lo sviluppo di tutta la Comunità sociale. Non meno importante è l’attenzione posta allo sviluppo delle attività agricole e, collegata ad esse, l’educazione a nuove abitudini alimentari più complete di fattori nutrienti. È stata realizzata una stalla per garantire il latte ai bambini, un laboratorio per la conservazione dei prodotti agricoli ed è attualmente in fase di realizzazione un mulino e un forno per la produzione del pane.

Processo riabilitativo

Particolarmente impegnativo e delicato, nell’H.E.W.O., è il processo riabilitativo perché coinvolge non solo la persona interessata, ma tutto il tessuto sociale nel quale debbono essere realizzati la riabilitazione e il reinserimento. Gli interventi riabilitativi sono elaborati e condotti con la partecipazione attiva delle Comunità dell’H.E.W.O. Essi non sono rivolti solo alla rieducazione motoria di meccanismi fisici o al solo apprendimento di un mestiere o al perfezionamento di una professione.
Vanno ben oltre.Innanzitutto sono tesi a stimolare nei poveri, nei malati, negli emarginati la consapevolezza della propria dignità di uomo, non facile né comodo da riconoscere in un corpo deformato dalla malattia, in un volto sfigurato dalle lesioni o sotto i panni sporchi e laceri di un povero.
Dalla riconquistata stima di se stessi si passa a scoprire talenti, a sviluppare attitudini, a trovare in se stessi la risposta alle interpellanze della vita e a trasformare un male sociale, quali sono la disabilità fisica e la inadeguatezza del proprio ruolo, in una positiva risorsa di bene individuale e comunitario, in un servizio di fraternità.

Pranzo 1° Maggio

Dal Pranzo del 1° Maggio 2007, proseguiamo nelle iniziative di autofinanziamento già collaudate per sostenere questi progetti e quelli che in futuro si renderà necessario impostare, sempre in accordo con lo spirito che caratterizza H.E.W.O. Modena, di operare in funzione del reinserimento sociale degli ammalati, una volta guariti, per creare le condizioni di autosviluppo, secondo il motto “AIUTIAMOLI AD AIUTARSI DA SOLI!

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